ANDREA BELFIORE

ANDREA BELFIORE

 

Alla consolle diventa tutt’uno con il suono dei suoi dischi. Sinuosa e affascinante come la luna, nelle notti che ravviva con la sua musica, tutto balla. Il nome che porta è maschile ma mani, testa e suoni sono di donna, sono di Andrea Belfiore.
Anche in questo settore le donne che hanno voluto affermarsi lo hanno fatto esibendosi, usando il corpo.
I DJ maschi lavorano nelle radio, nei locali con il loro pubblico e possono essere belli o brutti, ma sono famosi e noti soprattutto per la loro musica, si identificano con essa. I dj donna, invece, sono prima viste e poi ascoltate, sono “VJ”, hanno strisce televisive, sono belle, hanno gonne corte, decoltè generosi e se poi conoscono alcuni brani e sanno miscelarli è anche meglio.
Andrea Belfiore invece è una DJ, lavora con la musica, la sente, la fa sentire e la fa ballare.
Il fatto che sia bionda, alta e bella va oltre la sua passione e la sua professione. Insomma, la Belfiore come i suoi colleghi maschi, alla consolle non usa rimmel, tette e rossetto, ma orecchio per ascoltare e miscelare, occhio per guardare, e il sesto senso femminile per capire, immediatamente, se il registro va cambiato oppure no. Non c’è locale in cui valga la pena esserci, a Roma, in cui Andrea Belfiore non si sia esibita, dal Piper all’Open Gate, dal Gilda all’Alien. È interessante anche il suo rapporto con i colleghi DJ: con loro collabora e scambia esperienze e repertori. “La musica mi ha sempre accompagnato – spiega Andrea Belfiore – l’ho sentita prima di tutto con le mie gambe e con il mio corpo, ballando”. “Sarà per questo – conclude – che riesco a capire subito cosa serve, io sono sempre in pista”.

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